Calcolo cessione del quinto: la guida di Prestitiperte.com

Calcolo cessione del quinto: la guida di Prestitiperte.com

Aprile 9, 2019 Off Di Redazione

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione è una forma di prestito molto particolare che in molti casi si può rivelare davvero utile. Ma come funziona questo tipo di finanziamento? È veramente così conveniente come molti affermano?

Per i piccoli risparmiatori sicuramente può essere un grosso vantaggio, specialmente quando, nel corso della loro vita lavorativa o nel percepire la pensione, si trovano ad avere a che fare con esigenze economiche improvvise, per le quali hanno bisogno di ricorrere ad un prestito.

La cessione del quinto può essere davvero un’alternativa ai prestiti tradizionali?

Come funziona la cessione del quinto

Come ci spiega Prestitiperte.com, uno dei portali più noti per quanto riguarda il calcolo della cessione del quinto, la cessione del quinto per quanto riguarda lo stipendio o la pensione si caratterizza come una forma di prestito a tasso fisso, nell’ambito del quale le rate da pagare assumono un valore costante nel tempo.

Ogni mese l’importo della rata da pagare viene trattenuto dallo stipendio o dalla pensione.

Già il nome stesso di questa tipologia di finanziamento ci aiuta a capire quali sono le sue caratteristiche più importanti: la rata massima ogni mese non può superare il quinto della busta paga, considerato l’importo di quest’ultima al netto delle trattenute.

Questo tipo di prestito è subordinato, per quanto riguarda la richiesta, a determinati requisiti. Innanzitutto ci sono un’età minima e un’età massima che sono dei fattori fondamentali. Infatti il richiedente deve avere un’età compresa fra i 18 e gli 85 anni.

Questi limiti non si possono superare né in basso né in alto. Il richiedente deve essere intestatario di una busta paga che deve derivare da un contratto di lavoro oppure da una pensione.

Inoltre la cessione del quinto può essere richiesta soltanto da dipendenti che hanno un contratto a tempo indeterminato.

Occorre fare una specificazione, perché questo finanziamento può essere richiesto anche da persone che sono già titolari di altri prestiti e perfino da chi risulta un cattivo pagatore.

Il calcolo

Apparentemente il calcolo per stabilire le rate che devono essere pagate con la cessione del quinto dello stipendio sembrerebbe essere molto facile, perché è come se dovessimo dividere lo stipendio per cinque.

In realtà bisogna stare molto attenti nello stabilire un calcolo preciso, perché, come già abbiamo specificato, la base da cui partire non è lo stipendio lordo, ma quello netto.

Il richiedente stesso del prestito deve essere consapevole di tutto ciò ed è importante che richieda tutte le informazioni di questo tipo prima che venga aperto il finanziamento.

In questo modo si evita di ritrovarsi in spiacevoli equivoci dopo l’apertura del prestito e dopo l’erogazione della somma.

Innanzitutto, per calcolare correttamente, bisogna sapere a quanto ammonti lo stipendio diviso per ore. Quindi bisogna considerare a quanto corrisponde la paga oraria. Poi bisogna essere a conoscenza delle ore lavorative previste dal proprio contratto di lavoro.

Il tutto va considerato anche rispetto al monte ore massimale che è stabilito dal contratto nazionale.

Quindi si può procedere, avendo raccolto tutte queste informazioni, a dividere lo stipendio netto che è uguale a paga oraria moltiplicata per le ore di lavoro mensili diviso 12.

A questo risultato deve essere tolto il 27%, che rappresenta l’aliquota media che il dipendente paga solitamente come tassazione sul lordo della busta paga.

A quel punto lo stipendio netto viene diviso per cinque, per vedere a quanto corrisponde il quinto dello stipendio.

La cessione del quinto da parte dell’INPS

Anche un pensionato può richiedere la cessione del quinto, in modo che le rate da pagare vengano trattenute mensilmente dall’importo della propria pensione. In questo caso bisogna rivolgersi direttamente all’INPS per richiedere la comunicazione di cedibilità della pensione.

Attraverso questo documento viene indicato direttamente dalla previdenza sociale a quanto corrisponde la rata massima applicabile sulla pensione. È un documento che il pensionato deve ricevere obbligatoriamente.

Chi vuole può anche rivolgersi ad una banca o ad una società finanziaria che hanno stabilito un’apposita convenzione con l’INPS.

In questo modo saranno la banca stessa o la società finanziaria a richiedere telematicamente la comunicazione di cedibilità della pensione.

Sarebbe sempre opportuno rivolgersi agli istituti convenzionati, perché in questo caso l’INPS garantisce l’applicazione di interessi più convenienti sul prestito ottenuto. Naturalmente il richiedente pensionato può avere tutte le garanzie possibili.

Quando richiede la cessione del quinto, infatti, l’INPS si occupa di controllare che la banca o le società finanziarie siano regolamentate e autorizzate ad erogare questo tipo di finanziamento.

Inoltre l’INPS controlla che il tasso di interesse sia al di sotto dei tassi considerati delle forme di usura.

Il pensionato infine firma un contratto, all’interno del quale vengono specificate in maniera chiara le spese per il prestito e i dettagli che si riferiscono all’assicurazione che deve essere stipulata obbligatoriamente.

Le spese da sostenere

Le spese per la cessione del quinto sono legate innanzitutto al tasso di interesse che viene applicato al prestito.

Gli interessi possono variare a seconda dell’istituto bancario che emette il finanziamento. In generale però possiamo individuare dei costi che di solito vengono applicati.

Per esempio ci riferiamo al TAN, il tasso annuo nominale, che è un tasso di interesse applicato sul lordo dell’importo preso in prestito su base annua. Poi facciamo riferimento anche al TAEG, il tasso annuo effettivo globale che si riferisce al costo totale della cessione del quinto.

Ci sono da considerare inoltre le commissioni bancarie in termini di spese amministrative sostenute dall’istituto di credito, le spese dell’assicurazione che è obbligatoria contro il rischio di morte e di perdita del lavoro e infine le spese di istruttoria.